Nel cuore dell’Ogliastra sarda, c’è un luogo che ospita la più grande colonia di pipistrelli d’Italia arrivando a contarne più di 25.000 esemplari: è la grotta di Su Marmuri.
Siamo a Ulassai, piccolo borgo noto agli amanti dell’escursionismo e della natura vista la presenza delle Cascate di Lequarci (ritenute le più imponenti dell’intera Sardegna), dei trekking e del free climbing, ma anche agli amanti dell’arte per essere il paese natale dell’artista tessile Maria Lai. Un piccolo borgo sardo che offre molto.
E appena fuori dal paese troviamo appunto la grotta di Su Marmuri.
Perché visitare Su Marmuri a Ulassai
Ecco qualche dettaglio per capire l’imponenza di questa grotta. Su Marmuri risale a 6 milioni di anni fa: oggi il percorso visitabile, la cui altezza misura in media 30 metri, è lungo circa 1 km e attraversa ben 5 camere diverse.
Ma come dicevamo, questa grotta è il regno di questa colonia di pipistrelli, peraltro formata da un’unica specie di pipistrelli.
Nel periodo invernale, infatti, grazie alle sue caratteristiche ambientali, la grotta richiama una gran moltitudine di pipistrelli da diverse parti della Sardegna, che qui si riuniscono per trascorrere il letargo che dura circa 3 mesi. Questo avviene ogni anno, probabilmente dalla notte dei tempi, da dicembre a marzo.
Nel periodo estivo, invece, i pipistrelli migrano verso grotte più calde, dove la temperatura più alta non mette in pericolo la vita dei nuovi piccoli.
Ma non solo pipistrelli: in questa grotta, infatti, sono stati censiti altri 5 animaletti, tra cui un ragno e lo scorpione bianco, che è stato trovato solo in questa grotta.
Info utili per la visita guidata alla grotta Su Marmuri
Durante la visita guidata (di circa 90 minuti al prezzo di €12) si scende nelle viscere della terra per percorrere l’intero percorso e poi tornare indietro.
La visita guidata a Su Marmuri è l’unico modo per poter visitare questo luogo. È possibile vedere i diversi livelli di acqua che hanno determinato la stratificazione della grotta e la sua composizione geologica. Sono, inoltre, visibili le colonne presenti (ovvero l’unione di una stalattite con una stalagmite) e le diverse zone della grotta, alcune secche e quindi ormai “morte”, tante altre ancora umide e quindi sottoposte all’incessante mutamento provocato dall’acqua col passare del tempo (le conformazioni crescono ad un ritmo di 1 cm cubo ogni 100 anni!).
È importante anche ricordarsi di portarsi una felpa a maniche lunghe perché la temperatura all’interno della grotta rimane costante di circa 10° tutto l’anno, e le scarpe chiuse per affrontare meglio il percorso, spesso su terreno scivoloso.
Non è la prima volta che visito delle grotte e infatti la Sardegna ne è piena. Sono luoghi importanti tanto quanto quelli alla luce del sole, luoghi che raccontano storie e che forse, più di quelli che troviamo in superficie, raccontano storie molto lontane nel tempo, che difficilmente potremmo scoprire altrove.
Se capiti in questa zona, e dovresti capitare in Ogliastra almeno una volta secondo il mio parere, non dimenticare di passare da Ulassai: potrai fare free climbing, vedere le Cascate di Lequarci, fare un trekking, visitare il museo a cielo aperto di Maria Lai e soprattutto visitare la grotta di Su Marmuri.
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